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CULTURE DI FRONTIERA

Le terre di confine sono spesso aree fragili e strategiche, luoghi di divisione e conflitto ma anche realtà in cui le differenze ‑etniche, linguistiche, culturali- entrano in contatto e si mescolano scambiando conoscenze e abitudini.

Ma cosa significa oggi in Svizzera parlare di terre di frontiera? Qual è la storia delle popolazioni che abitano in queste aree? Qual è la loro situazione, la loro vita quotidiana e i problemi con cui si confrontano oggi? E visto che la frontiera non è solo una linea di divisione, quali storie comuni legano le località e le persone separate da un confine di Stato? Se, quanto e come una canzone, una leggenda, una ricetta, una festa o anche un evento storico si trasformano lungo il percorso che unisce un paese all’altro? E ancora. Quali sono oggi i progetti culturali che promuovono la cooperazione tra le popolazioni che vivono a confine?

In Svizzera le regioni di confine che storicamente hanno marcato un punto di incontro/​scontro tra popolazioni diverse sono numerose e alcune costituiscono ancora oggi un importante punto di comunicazione non solo tra la Svizzera e i paesi confinanti ma anche tra il nord e il sud dell’Europa.

«Culture di frontiera» si concentra su 3 regioni di frontiera dislocate sull’arco alpino:
• tra Martigny e Aosta, sia lungo la Val d’Entremont (Orsières, Liddes, Bourg St. Pierre, Bourg St. Bernard, St. Oyen, Etroubles, Civino, Gignod) che lungo la Val Ferret (Champex, Praz de Fort, Ferret);
• tra Brig e Domodossola, sia lungo il passo del Sempione (Simplon, Gondo, Iselle, Varzo) che da Zwischbergen attraverso il passo di Monscera;
• tra Innerferrera, Maloja e Chiavenna sia lungo il sentiero storico che da Juf porta in val Bregaglia (Casaccia, Vicosoprano, Borgonovo, Bondo, Soglio, Castasegna, Villa di Chiavenna, Ponteggia) che attraverso la val Niemet e la val San Giacomo (Madesino, Campodolcino, San Giacomo).